Il terapeuta non considera nessun membro della famiglia “malato” o “sano” all’opposto ritiene tutti come persone in difficoltà, persone che sono rimaste intrappolate in un contesto di reciproco disagio che mantiene e alimenta i sintomi, le difficoltà e i problemi.
Lo scopo della terapia è quello di sciogliere le situazioni di reciproca incomprensione, di valorizzare le risorse di ognuno e della famiglia nel suo insieme.
Inoltre si vuole permettere al sistema familiare di riprendere il suo positivo cammino evolutivo, in cui i figli possano trovare la propria strada e la coppia dei genitori raggiungere un nuovo e positivo equilibrio, dopo avere assolto la propria funzione genitoriale.
La psicoterapia familiare è particolarmente indicata:
- In tutte quelle problematiche psicologiche e di sviluppo emotivo che vedono protagonisti i bambini;
- In situazioni di particolari tensioni con figli in età adolescenziale;
- Sintomi come il disturbo nel comportamento in età scolare;
- L’insorgenza di sintomi tipici dell’anoressia o della bulimia;
- L’assunzione di alcool o droghe in età adolescenziale;
- È particolarmente indicata in quelle situazioni in cui un giovane presenta manifestazioni di tipo “psichiatrico” e quindi non riesce o non può rendersi autonomo dalla propria famiglia.
I colloqui di terapia familiare sono generalmente più lunghi delle classiche sedute di psicoterapia, possono arrivare, infatti, fino a due ore per permettere a tutti i membri della famiglia di esprimere il loro punto di vista.
Generalmente l’intervallo tra gli incontri è di due settimane-un mese, ma questo modello viene applicato con tutta la flessibilità necessaria per adattarlo a ciascuna singola situazione.